La storia di palazzo viceconte

Palazzo Viceconte occupa lo spazio corrispondente alla piazza di Matera antica. Proprio in questa area, centro della Civita, dove ora sorge il palazzo, era ubicato il principale luogo di ritrovo dell’epoca romana e lungo i secoli di denominazione bizantina, longobarda, saracena e normanna fino alla 2° metà del tredicesimo secolo quando fu edificata la Cattedrale.

Il palazzo è stato realizzato dei discendenti di Nicola Venusio. La storia di questo personaggio, giunto a Matera nella 2° metà del ‘400, si intreccia strettamente con la vicenda della presa di Otranto da parte dei turchi nel 1480.Nato intorno al 1435, giovane inviato a Costantinopoli dalla famiglia, originaria di Amalfi, per curare affari commerciali in relazione con i mercanti veneziani e genovesi, si trovò in quella città durante l’assedio e la successiva conquista da parte del Sultano Maometto II nel 1453. Preso prigioniero, fu tenuto in schiavitù fino al 1460, quando, grazie ad una fuga rocambolesca, raggiunge l’esercito di Giorgio Castriota Scanderbeg l’eroe albanese che combatteva da alcuni anni contro le armate turche. Ebbe incarichi di tipo logistico ed amministrativo nelle vicende della guerra turco-albanese fino alla morte di Giorgio Castriota nel 1468. Riparò successivamente a Napoli al seguito della moglie dello Scanderbeg e del figlio Giovanni. Nel corso della campagna di guerra con gli albanesi di Giorgio Castriota contro i turchi aveva avuto modo di entrare in contatto con il futuro capo della spedizione turca che occupò Otranto, Ahmed pascià, con il quale si era concretizzata una pesante inimicizia personale. Dopo la conquista di Otranto da parte di turchi, a seguito delle richieste di aiuto ai sudditi da parte del re di Napoli Ferdinando e del suo primogenito Alfonso, duca di Calabria, Nicola Venusio, spinto anche dai suoi motivi personali, armò a sue spese una compagnia di soldati e da Matera si unì alla spedizione che portò alla liberazione di Otranto dai turchi. Nicola Venusio si guadagnò la riconoscenza della corte napoletana e ciò costituì una base importante per la futura ascesa delle fortune della sua famiglia.

La costruzione del palazzo iniziò nella 2° metà del ‘500, un secolo circa dopo gli eventi di Otranto. Fu edificata per prima la parte nord ovest del palazzo. Successivamente, dal lato opposto, fu costruita a metà del XVII secolo la cappella privata dedicata alla Madonna dei Sette Dolori. Subito dopo fu completata la facciata principale del palazzo inglobando i due precedenti manufatti ed estendendo il fabbricato sul lato est. Il palazzo assunse così l’aspetto di un edificio con un cortile interno aperto sul lato nord. A metà del XVIII secolo fu aggiunta l’ala nord così da congiungere le varie parti del palazzo che fu quindi dotato di una corte interna chiusa. Nel 1749, i Venusio acquisirono il feudo e il titolo di barone di Turi dalla famiglia Moles che aveva contratto con loro un forte debito. L’interesse della famiglia si spostò quindi verso Turi, dove essi si dedicheranno alla valorizzazione del palazzo ivi esistente. Nel 1797 dal re Ferdinando IV Giuseppe Venusio veniva elevato al titolo di marchese di Turi. Dalla 2° metà del XIX secolo il palazzo subì un lento declino fino a quando venne nel 1950 venne venduto dagli antichi proprietari. Nei decenni successivi il degrado aumentò ed inoltre il palazzo subì gravi interventi di manomissione e mutilazione. Dopo il 1994, acquistato dagli attuali proprietari, famiglia Viceconte, il palazzo è stato restaurato e riportato allo stato originale.